David Ianni, pianista e compositore lussemburghese, è venuto a Međugorje per iniziare in preghiera il nuovo anno 2006. E’ venuto con la Comunità Cattolica “Amici di Dio” dall’Austria (vedi: http://www.amicididio.com).
David Ianni è nato nel 1979 in Lussemburgo. All’età di 9 anni ha iniziato a studiare il piano in Lussemburgo e in seguito a Londra ed a Maastricht. A 16 anni ha avuto il suo debutto in Lussemburgo col Secondo concerto per piano di Franz Liszt, con l’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo. Sono seguiti molti concerti di successo – sia da solista che con l’Orchestra – in tutta Europa, in Giappone ed in India, e l’incisione di diversi CD.
Riportiamo alcuni passi tra i più toccanti dell’intervista fatta a Vicka da padre Livio di Radio Maria all’inizio di quest’anno 2000. Saranno espressioni assai gradite ai nostri lettori perché rivelano un’autentica testimone di questo tempo di grazia. Attraverso le risposte a domande di vario genere, Vicka manifesta con semplicità e chiarezza, una profonda spiritualità; traspare dal suo conversare un’intima e continua unione con il Signore, con la Madonna.
Quello di vittima è indubbiamente, nella mistica cristiana, il più elevato stato a cui un’anima possa aspirare. In un certo senso, lo si potrebbe dire il compendio e il coronamento di tutte le vocazioni. Ma il senso di vittima qui deve essere ben inteso: si tratta di un’anima che si offre volontariamente; e anche se deve soffrire, non si offre al dolore, ma si offre all’Uomo dei dolori, per amore, per condividere con Lui la SuaPassione d’amore. È sì un anima che si sacrifica, ma nel senso che l’Antica Alleanza dava all’offrire un sacrificio, e cioè: offrire un dono sacro a Dio.
Nel messaggio di 25 luglio 2005 la Madonna a Medj. ha detto: “Cari figli, vi invito a riempire la vostra giornata con brevi e ardenti preghiere”.
Ci sono innumerevoli brevi e ardenti preghiere, e probabilmente ognuno di noi ha la sua preferita che desidera dire più spesso. Scoprire la loro origine sarebbe un lavoro arduo, ma credo si possa dire che tutti sono ispirati: dall’Amore per amore, amore per le anime e per ognuno di noi. Sarebbero le giaculatorie. Ce n’è una molto bella ispirata alla Serva di Dio Sr. Maria Consolata Betrone.
Ricorre quest’anno il 25° anniversario delle apparizioni della Madonna a Medjugorje. Tu sei stato testimone degli eventi straordinari dei primi anni. Che cosa si risveglia oggi nella tua memoria, alla luce del tuo cammino personale e della tua esperienza sacerdotale?
Dal punto di vista del mio passato a Medjugorje, in questo momento non mi tornano in mente molte cose. Dal 1985 mi sono gradualmente ritirato da Medjugorje per vivere nella contemplazione. Man mano che entravo nel rapporto più profondo con Dio, si apriva la memoria della mia anima, quello spazio cioè in cui lo Spirito Santo assumeva sempre di più il ruolo di attore principale, e rivelava il Mistero. In questa memoria non sono presenti tanto i fenomeni di Medjugorje in quanto tali, ma piuttosto la verità divina di Dio vivo e vero, della Madre di Dio che è presente in noi e che opera in noi. Questa è la verità accolta dalla Chiesa.
Al di là di ogni pensiero ed immaginazione. Al di là delle nostre capacità e dei nostri meriti. Al di là dei progetti e dei rigetti. Proprio così Maria si fa presente a Medjugorje. E lo fa oltre ogni nostra logica. Oltre ogni volontà di trattenerla od ignorarla. Oltre ogni legge umana ed ogni ragione.
Da quasi 25 anni la Vergine visita in questo modo i suoi figli, inseriti ancora nel tempo e nello spazio, per aiutarli a varcarne i confini. Già adesso. Qui su questa terra.
Termina con lei il papa la sua enciclica, con Maria “Madre del Signore e specchio di ogni santità”. A lei dedica le ultime bat-tute della sua lettera sull’amore, a Maria che ha intrecciato di amore ogni attimo del-la vita e che dell’Amore è diventata madre. Ma lasciamo che siano direttamente le parole del Santo Padre parlarne, perché ripiene di grazia e di tenero amore per la piccola donna di Nazaret.
Si definisce programmatica la prima lettera enciclica di un papa, una sorta di manifesto sul taglio che il successore di Pietro desidera dare alla Chiesa negli anni in cui gli è affidata. E come non scorgere già nel titolo del documento di Benedetto XVI la volontà di ripartire dai fondamenti del cristianesimo: Dio è amore (1Gv 4,16), a favore di un’umanità sempre più divisa nel mare delle diverse opzioni proposte dalla società, affinché riceva dei binari sicuri per arrivare a Dio.
Jelena, sei assente da un po’ di tempo dalle pagine dell’Eco. Cosa caratte-rizza la tua vita in questo tempo, chi sei tu oggi?
Stiamo aspettando il terzo figlio, ma la gravidanza non va secondo le nostre previ-sioni e mi è stato chiesto di fare un riposo assoluto. Però è un periodo in cui mentre sperimento tutti i limiti del corpo, vedo che in questa mia condizione di immobilità lo spirito si può allargare sempre di più. E allora vivo questo momento anche come grazia, perché l’amore ha due lati: il primo è la gioia e lo slancio nel dare, in una dona-zione che tuttavia coinvolge anche la croce. Ma quando la croce è vissuta, la gioia diventa ancora più profonda. In questo modo tutto si rimette a posto. Sembra che la vita per essere vera, cioè così come noi la immaginiamo, debba filare liscio! Comprendo invece, sempre di più, che la sofferenza è la vera vita. Posso dire, allora, che in questo momento sto vivendo questa “vera vita”.
Grandi folle sono venute a Medjugorje per il 23° Anniversario delle Apparizioni. Che sorpresa è stata per tutti ascoltare il bel messaggio dato dalla Gospa per questa occasione! (vedi PS 1) Una gioia celestiale era tangibile allâincontro e la si leggeva sui volti dei presenti.
P. Andrea Gasparino di Cuneo, un noto maestro di preghiera, nelle sue tante istruzioni si dichiara sempre nemico della preghiera "parolaia". Il Rosario con la ripetizione continua di formule potrebbe facilmente diventare una preghiera "parolaia". Ecco come il padre risponde con estrema chiarezza alla questione posta da alcuni ascoltatori di Radio Maria (16.06.99).
La Regina della Pace conclude ogni suo messaggio ringraziandoci “per aver risposto alla sua chiamata”. Lei infatti ci sta chiamando con accorata passione materna tutti i giorni da venticinque anni: “Io cari figli sono instancabile, vi chiamo anche quando siete lontani dal mio cuore ….” (Mess. 14.11.1985).
Sul far della sera del 24 giugno 1981 a Bijakovici, frazione della parrocchia di Medjugorje, si è aperto il Cielo. Niente di nuovo e tutto nuovo… Nelle anime dei cristiani tutto era già noto, ciò nonostante si manifesta una novità e tutto si vivifica; fede, speranza e carità si risvegliano e attivano la vita divina nelle persone.
Questa novità per alcuni diventa vita, per altri inciampo. O meglio, la Madonna viva tra gli uomini per qualcuno diviene gioia, mentre qualcun altro vorrebbe sopprimerla. Il giubilo nel popolo di Dio diventa ispirazione e promotore di fede, mentre in chi non crede si insinua la paura del popolo “libero in Dio”. Il Signore si mostra vivo al suo popolo e, come sempre, diventa segno di contraddizione.
In questo vortice umano Maria si manifesta come Madre di tutti, al di sopra di ogni divisione e riserva dell’uomo. Poiché la Madre di Dio si rivela nella dignità di Regina della Pace, ed annunzia ad ognuno la grandezza e la nobiltà della vita in Dio. Maternamente rimane con la gente, nonostante la diversità di risposta alla Sua chiamata.
P. Dermod McCarthy, ordinato sacerdote nel 1966, redattore di programmi religiosi a RTE, stimato per i sui successi nelle trasmissioni religiose, consulente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali presso la Santa Sede ed ex coordinatore della Pro-Cattedrale di Dublino, è stato a Medjugorje nel mese di giugno del 2006, insieme ad un grande gruppo di circa 300 pellegrini irlandesi. Alla conclusione del suo pellegrinaggio, ha condiviso con noi i suoi pensieri ed esperienze. (intervista di Lidija Paris)
Il 25° anniversario delle apparizioni della Gospa a Medjugorje è stato celebrato solennemente, in spirito di ringraziamento per tutte le grazie ricevute.
La preparazione spirituale è stata la Novena che i parrocchiani e i pellegrini da tutto il mondo hanno pregato sul Podbrdo. Dal 15 al 23 Giugno una folla è affluita sulla Collina delle apparizioni in ogni momento del giorno e della notte. Ogni pomeriggio alle 16:00 si è pregato il Rosario con i Francescani e anche i veggenti hanno salito la Collina per pregare qui con i fedeli.
Aria di festa. Ovunque volti gioiosi, specchio di gratitudine per il fatto di essere qui in questo momento, importante e tanto atteso: il 25° Anniversario delle apparizioni di Maria a Medjugorje.
Un comune sentimento affiora negli occhi di tutti: quello di chi si sente invitato personalmente, forse anche un po’ privilegiato rispetto ad altri. Sicuramente amato. Sembra che la Gospa abbia “combinato le cose” nella vita di ciascuno perché fosse oggi qui presente. Non è certo un mistero di predilezione, ma di elezione sì: una chiamata specifica che ci invita a diventare apostoli, mediatori di una grazia troppo grande da trattenere. Un appello gratuito da parte di Dio che non deve farci sentire migliori degli altri, ma solamente responsabili amministratori di un beneficio destinato a tutti.
La veggente del cuore, Jelena Vasilj-Valente, e suo marito Massimiliano, sono attualmente a Medjugorje per un periodo di vacanze, (vivono vicino Roma ed hanno due bambini piccoli). Formata direttamente dalla Madonna attraverso i suoi messaggi per diversi anni, Jelena rimane una sorgente di luce per coloro che desiderano comprendere lo spirito materno di Maria.
Ecco alcune parole “spigolate” in questi giorni:
“Prima di essere sposata, la mia vita era più facile. Studiavo, ero libera, in effetti lavoravo alla mia formazione personale. Adesso, la mia vita di sposa e di madre mi obbliga a mettere in pratica quello che ho appreso, cioè donarmi ininterrottamente e senza condizioni! I miei figli sono i miei superiori!”
“Osservare i miei figli mi insegna il mio rapporto con Dio. Dio è relazione, e noi siamo creati a Sua immagine. Lo vedo nei miei figli! Quando un bambino fa chiasso, urla, piange, bussa, è perché vuole entrare in relazione con noi. Il bambino, come Dio, domanda sempre di essere in relazione. Per il bambino ciò è vitale, poiché è così che si costruisce. La ricchezza della vita ci è comunicata dalle relazioni. Tutti noi viviamo di relazioni con gli altri. Quando un bambino sperimenta questa relazione, non ha bisogno della televisione. E’ nella pace, soddisfatto; l’ho notato con i miei figli. Non desiderano guardare la televisione, neppure quando vanno dai loro amici!”
“Quando la televisione rimpiazza la comunicazione, si interrompe la relazione che ci unisce ai membri della nostra famiglia ed ai nostri amici. Molto spesso, erigiamo dei muri di protezione dalla vita e ci rinchiudiamo nell’irreale. Quando sono insieme a qualcuno e accendo la televisione, è come se gli dicessi che lui non mi interessa e che non merita la mia attenzione.
“Abbiamo lo stesso atteggiamento con Dio quando non lo mettiamo al primo posto e quando non preghiamo. Ci allontaniamo dalla sorgente e diventiamo frustrati. La grazia ci è donata attraverso la nostra relazione con Dio nella preghiera.”
Con l’invocazione dei Santi attraverso il canto delle litanie, è iniziata la celebrazione del matrimonio di Jelena Vasilj e Massimiliano Valente il 24 agosto, nel Santuario della Regina della Pace a Medjugorje. Più di 500 invitati, per lo più venuti dall’estero, gremivano insieme ai parrocchiani la chiesa di s.Giacomo. "Vi protegga il Signore dal suo santuario, da Sion vi sostenga. Compia i desideri del vostro cuore e confermi pienamente il vostro proposito" introduceva l’antifona pronunciata dal celebrante, fra Dragan Rucic. La messa, particolarmente curata nella liturgia, è stata accompagnata dalle splendide voci di un coro italiano (Vicenza) e da alcuni solisti che hanno contribuito a rendere l’atmosfera ancora più sacra e solenne. "Il vino e l’arpa rallegrano il cuore, ma vale più l’amore della sapienza. Il flauto e l’arpa rendono piacevole ill canto, ma vale di più una lingua soave. È sempre piacevole l’incontro di due amici, ma più ancora dell’uomo con la moglie..." (Sir 40,17-27).
Il Diciassettesimo Festival Internazionale di preghiera dei Giovani si è svolto a Medjugorje dal 1° al 6 Agosto 2006. Il tema di quest’anno è stato “Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105), in armonia col tema che il Santo Padre Benedetto XVI ha dato ai giovani per la Giornata Mondiale delle Gioventù di quest’anno che si è tenuta nelle Chiese locali la Domenica delle Palme.
Quando le apparizioni della Vergine ebbero inizio il 24 coiè il 25 giugno 1981 nella parrocchia di Medjugorje, nella diocesi di Mostar-Duvno-Trebinje-Mrkanj, a cui la parrocchia di Medjugorje appartiene, il vescovo era Pavao Zanic (1971-1993). Egli è stato seguito da Ratko Peric.
Un canto vivo e ritmato che esce da un cuore gioioso e che coinvolge la mente e tutto il corpo in un’espressione di lode. Decine di lingue diverse, preghiere nelle forme più varie, centinaia di colori, migliaia di voci… Un qualcosa di nuovo e di unico qui a Medjugorje e a cui forse i pellegrini più “tradizionali” non sono abituati, ma sen- z’altro qualcosa di vivo che ti invita a non isolarti e ad entrare a far parte di quest’uni- co corpo che altro non è se non la primave- ra della Chiesa, il Corpo mistico del Cristo.
Colette è francese, suo marito inglese e hanno due bambine nate in America:
"Noi adesso viviamo in Pennsylvania. La nostra famiglia non è, o meglio non era, molto religiosa. Sia mio marito che io eravamo scontenti della Chiesa Cattolica e volevamo starne più alla larga possibile. Però, nel Marzo 2003, successe qualcosa di veramente strano.
A volte siamo portati a dire: io sono stato capace di fare questo, io quest’altro, io ho realizzato questa impresa, e si può notare in ciò un sentimento di compiacimento, a volte anche di orgoglio. E così mi chiedo: come vedremo la nostra vita quando si avvicinerà il suo termine? Penso che avremo un ricordo sereno e luminoso di quanto Dio ha fatto nella nostra esistenza e in quella degli altri, e questo sarà per noi, certamente, motivo di gioia e di pace.
Forse avremo un ricordo lontano ed anche indifferente di quanto abbiamo fatto per conto nostro; probabilmente avremo anche motivi di rammarico per non avere più la capacità e la possibilità di fare quello che in passato abbiamo fatto. Certamente Dio non va tanto in cerca del nostro fare, Lui che in un attimo può creare l’universo, quanto del nostro cuore: è lì che trova la sua delizia.
Ricordo bene la prima volta che venni a Medjugorje, era nel maggio del ‘97, avevo quattordici anni. Da allora la mia vita ha subito una grande svolta, ha preso una direzione ben precisa. Sì, parlo di direzione, poiché da quel momento è cominciato un cammino graduale in cui ho dovuto dare la mia risposta a Dio in momenti diversi, rinnovando il mio sì a Lui nella libertà.
Ero ragazzino e arrivai in questa terra benedetta senza particolari aspettative e senza pregiudizi di alcun genere. A riguardare indietro penso di essere stato semplicemente condotto qui da Lei: la Madonna mi prese per mano come un bambino e mi condusse verso il Dio d’Amore, verso Colui che allora conoscevo solo per sentito dire e che da lì a poco mi avrebbe sedotto.
Fra tutte le forti esperienze vissute qui a Medjugorje quello che maggiormente mi toccò interiormente fu l’incontro con una dei sei veggenti. Ricordo quel giorno come fosse ieri, ricordo bene il sorriso di Vicka. C’era qualcosa di profondamente autentico in quell’espressione, qualcosa che mi attraeva senza che potessi capirne il perché, e risvegliava in me un desiderio sconosciuto.
La Festa dell'Esaltazione della Santa Croce nella Parrocchia di Međugorje si chiama „Križevac“ e tradizionalmente si celebra la prima Domenica dopo la Festa della Natività di Maria. In onore dell’Anno Santo della Redenzione 1933/34, incitati dall’allora parroco Fra Bernardin Smoljan, i parrocchiani di Međugorje – nonostante la loro povertà – hanno costruito sulla collina sopra Međugorje una Croce monumentale alta 8,5 metri e larga 3,5. Reliquie della vera Croce di Gesù, ricevute da Roma per l’occasione, sono inserite nell’asta della Croce stessa.
Il 7 ottobre Mirjana è stata intervistata dal gruppo di Foggia:
D - Mirjana, tu continui a vedere regolarmente la Madonna?
Mirjana - Sì, la Madonna mi appare sempre il 18 marzo e il 2 di ogni mese. Per il 18 marzo mi ha detto che la sua apparizione durerà tutta la vita; quelle del 2 del mese non so quando finiranno. Queste sono molto differenti da quelle che ho avuto assieme agli altri veggenti fino al Natale 1982. Mentre agli altri veggenti la Madonna appare a un’ora fissa (17,45), io non so quando Lei arrivi: io comincio a pregare verso le 5 del mattino; a volte la Madonna appare di pomeriggio o addirittura la notte. Sono apparizioni diverse anche per la durata: quelle dei veggenti da 3 a 8 minuti; le mie del 2 del mese, da 15 a 30 minuti.
Nella parrocchia rurale, di lingua ungherese, di San Pietro e Paolo, nella città di Male Pijace in Voivodina (Serbia), vivono circa 2000 abitanti. Nella loro chiesa, ogni giovedì, hanno l'Adorazione del Santissimo Sacramento. Ascoltano le meditazioni dalla chiesa di Medjugorje grazie a "Radio Maria" di Novi Sad, che ritrasmette Radio "MIR" Medjugorje. Se a Medjugorje non c'è traduzione in lingua ungherese, viene fatta in studio a Novi Sad.
"Grazie per aver risposto alla mia chiamata!" Maria ringrazia sempre; mi aveva colpito questa cosa ma solo ora comprendo! Qualunque sia la circostanza che ci porta a Medjugorje, siamo stati chiamati. Ed io, monaca di clausura, che in seguito a problemi di salute sono stata condotta a quel luogo santo - con i dovuti permessi naturalmente - e ospitata in una casa di preghiera della nuova Comunità di vita contemplativa "Regina della Pace, completamente tuoi...", con immensa gratitudine mi chiedo ancora a che debbo che la Madre del mio Signore mi abbia chiamata a sé.
Un messaggio insolito non tanto nel contenuto quanto nel tono. Mentre infatti il contenuto riguarda sempre e solo la necessità della conversione, del ritorno a Dio, del-l’abbandono in Lui, del cammino serio, consapevole, determinato verso la vita eterna, il tono non è più quello dell’invito ma del rimprovero. Abituati a sentirci esortati, sollecitati, spronati siamo colti di sorpresa di fronte a questo messaggio che non contiene più, almeno esplicitamente, alcun invito ma sembra fotografare una situazione di distanza fra Dio e Maria da una parte e noi dall’altra.
Anzi, tutt’altro! Mons. Pavel Hnilica fu un coraggioso testimone nella Chiesa della grazia straordinaria che scaturisce da quel luogo. Famosa la sua lettera ai gruppi di preghiera legati a Medj. scritta nel 1997. Ne riportiamo alcuni stralci perché riescono a sintetizzare in modo molto eloquente il valore dell’evento Medjugorje.
Abbiamo celebrato da poco il Giubileo del Cielo, la presenza della Madonna fra noi per ben 25 anni. Da quel lontano 25 giugno 1981 ad oggi una buona parte del mondo è approdata a Medugorje. Alcuni vi sono solo passati, altri, i più, dopo la prima volta sono tornati e tornano spesso, come ad un appuntamento d’amore di cui si sente il richiamo.
Medugorje è conosciuta ormai in tutti gli angoli della terra, sia pure per sentito dire, ed ogni volta che vi si torna è come bere una sorsata d’acqua sorgiva, fresca che disseta la nostra sete di Dio, del suo amore; sete innata nel nostro cuore, talvolta ignorata, volutamente o no, e che spesso pretendiamo di placare con qualche sorsata di “acqua inquinata”.
C’è un’espressione che ricorre con sorprendente frequenza nei messaggi della Regina della Pace, al punto da non suscitare ormai particolare emozione nei cuori distratti dei suoi figli: “Io sono con voi!” .
Padre Slavko, a chi gli chiedeva qual era secondo lui il messaggio più importante che il Cielo offriva a Medjugorje, rispondeva sistematicamente: “la presenza speciale di Maria tra di noi”.
Alcuni anni fa, quando ero Vescovo in Louisiana, doveva essere il 1988, feci la mia prima visita “Ad Limina” al Santo Padre a Roma.
Gli altri Vescovi della Louisiana erano con me e, come era costume di Giovanni Paolo II, fummo invitati ad unirci a pranzo con lui. C’erano otto di noi a tavola con lui.
Fu servita la minestra. Il Vescovo Stanley Ott of Baton Rouge, La., che intanto è ritornato al Padre, chiese al Santo Padre: “Santo Padre, cosa pensa di Medjugorje?”.
Cantato, pregato, dichiarato. Da sempre l’amore è oggetto dell’attenzione dell’uomo. Anzi, in verità, l’amore è l’unica cosa che cerchiamo e di cui abbiamo realmente bisogno. E la sua mancanza è la radice di ogni conflitto: personale, familiare e addirittura mondiale. Sì, perché se ogni individuo godesse pienamente della porzione d’amore per cui è stato creato, nessuno si prenderebbe il fastidio di far battaglia ad altri. Li amerebbe e basta!
Intervista con Mons. Girolamo Grillo da Civitavecchia - «L'albero si riconosce dai frutti». Monsignor Girolamo Grillo cita il Vangelo per rispondere a chi gli chiede, dieci anni dopo, un giudizio sulla vicenda della Madonnina che piangeva sangue. Tanti ne sono passati, infatti, dal 2 febbraio 1995, quando il fenomeno si manifestò per la prima volta. E il vescovo di Civitavecchia, che il successivo 15 marzo fu testimone diretto di una delle lacrimazioni, oggi salta a pie' pari tutti i discorsi sul «vero o falso», e ricorda un colloquio avuto proprio in quei giorni con il cardinale Joseph Ratzinger. «"Eminenza" - gli dissi - se non si tratta di un fatto soprannaturale tutto si sgonfierà da sé. Ma se lo fosse, nessuno potrà fermare la Madonna». E lui mi rispose: «Sì è proprio così».
Scopo di questa raccolta non è quello di aggiornare sugli sviluppi delle apparizioni di Medjugorje, ma bensì di riunire in un solo volume le meditazioni registrate dalla viva voce di P. Tomislav Vlasic e P. Slavko Barbaric nel periodo che va dalla Pasqua 1984 alla fine dello stesso anno, facendo proprie le riflessioni di P. Tomislav Vlasic che il 6 ottobre 1984 diceva:
Meditazioni di P. Tomislav Vlasic e P. Slavko Barbaric dal luglio al dicembre 1985
"Il momento della preghiera è il momento della trasfigurazione dell'anima, perciò dobbiamo essere pronti a mettere tutto sulla croce, perché soltanto se l'uomo vecchio muore saremo trasformati. Dobbiamo permettere a Gesù di fare questa trasformazione, questa trasfigurazione della nostra anima. Ecco, il mio desiderio è che voi seguiate questi messaggi in modo particolare attraverso una preghiera continua, quotidiana,. silenziosa, profonda, per essere trasfigurati.
E sarebbe bello, bellissimo, se la gente potesse dire di voi: "La cosa più bella sono gli occhi di quell'uomo che ho incontrato oggi sulla strada". Se noi fossimo così testimoni davanti alla gente, presto il mondo sarebbe cambiato, trasfigurato. Cercate di farlo per essere testimoni della trasfigurazione di Gesù nei vostri cuori ».
(P. Tomislav Vlasic, 6 agosto 1985)
Milano, 10 marzo 1986
Meditazioni (sui Messaggi) di P. Tomislav Vlasic e P. Slavko Barbaric - Anno 1986
Io credo che noi, tutti quanti, se vogliamo essere veri pellegrini, dobbiamo fare questo passo, anche se le potenze del mondo ci schiacciano, ci costringono: offrire con la pace le nostre vite e continuare a vivere questa offerta umilmente. Soltanto così Dio sarà glorificato in noi.
Penso che questo è molto importante, perché tutti noi siamo pronti a fare la lotta per la Madonna, a discutere, a tirare le conclusioni logiche, a portare gli argomenti umani, ma tutto quello è di poca importanza.
Dobbiamo riflettere, dobbiamo portare una chiarezza anche umana, ma in fondo è Dio che agisce e, quando non abbiamo nessuna forza umana, anche lì dobbiamo rimanere in pace, sicuri che Dio vincerà.
Perché tutti noi vogliamo un trionfo, un trionfo sulla terra, ma il trionfo sulla terra non ci sarà: soltanto chi si offrirà, come si è offerto Gesù, arriverà ad un trionfo nel Cielo. Qui sulla terra l'unico trionfo è di offrire la nostra vita, affinché il nostro fratello sia salvato.
(P. Tomislav Vlasic - 8 febbraio 1986)
Milano, 10 marzo 1987
Meditazioni di P. Tomislav Vlasic e P. Slavko Barbaric dal gennaio al giugno 1985
Milano 1996
"La Madonna sta parlando per il mondo: dobbiamo accettarla come dono prezioso dato da Dio per accettarlo e viverlo. Ed è molto importante capire che non si tratta di una venerazione generale della Madonna. Qui si offre un dono particolare, un amore particolare, una grazia particolare che dobbiamo accettare per diventare ricchi, per diventare salvati "
(P. Tomislav Vlasic, 24 maggio 1985)
Milano, 14 settembre 1985